Accordo di cooperazione: “Le due Repubbliche a confronto”
“Bisognava firmarlo due anni fa”. Questa l’opinione di Mario Baldassarri che dal 2002 segue dalla parte italiana l’accordo di cooperazione. D’accordo il Segretario Fiorenzo Stolfi. Più cauti il Segretario Tito Masi e il Consigliere Gabriele Gatti. Un dibattito entrato subito nel vivo dopo l’apertura di presidente e vice presidente dell’associazione: Vincenzo Gallo e Giuseppe Morganti. “L’accordo ha un ruolo strategico – dice Baldassarri - perché rientra nella strategia di portare l’area del Mediterraneo al centro dei flussi di globalizzazione. Di creare una infrastruttura immateriale che si ponga in competizione con gli altri. Ma San Marino deve fare scelte off-shore serie, con vantaggi, se concordate e con reciproco rispetto. "Mettersi in concorrenza con i paradisi non è premiante" - ha concluso il presidente della Commissione Finanze. Sulla stessa linea il Segretario Fiorenzo Stolfi. “Dall’incontro di Roma sono emersi elementi positivi ed interessanti. È stato un errore non firmare nel 2006. Per risolvere i problemi legati all’assedio della finanza e dei magistrati serve accelerare i tempi”. San Marino vuole chiudere puntando a un rapporto trasparente con l’Italia, ha concluso il resposanbile degli esteri. “In passato – risponde il Segretario Tito Masi – non c'erano linee di sviluppo pratiche per il nostro paese. Ora c'è una disponibilità italiana a tener conto delle nostre necessità; si è riaperto il discorso sugli articoli 1 e 12”. Cioè quello che chiede di recepire la normativa italiana e sullo scambio di informazioni. Ma restano per Masi degli aspetti ancora da chiarire prima di procedere. La stessa cautela la esprime Gabriele Gatti, il primo nel 2002, quale Segretario agli Esteri, ad avviare l'accordo con il governo Berlusconi. “Il problema di fondo è cosa San Marino vuole fare – dice – ma deve essere un accordo di cooperazione con pari dignità, che offra opportunità al Titano. Non dobbiamo avere l’assillo della firma”, conclude. Spazio poi alla questione frontalieri, sollevata dal parlamentare marchigiano Massimo Vannucci. “San Marino è una risorsa per le regioni limitrofe – ricorda - perchè da lavoro a 6000 frontalieri”. Ricordando al collega Baldassarri di inserire la franchigia per la doppia imposizione nella prossima finanziaria italiana.
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