L’agricoltura, pur in un momento di crisi, c’è ed è protagonista sia del rapporto con il territorio che della vita economica e sociale. Con queste parole il direttore dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole, Tonino Ceccoli ha introdotto l’argomento nell’ambito del recente convegno dedicato al settore. L’attività agricola sul Titano interessa 2900 ettari di terreno regolarmente utilizzati. La superficie calanchiva misura 1100 ettari, mentre boschi e arbusteti ricoprono una porzione di territorio pari a 927 ettari. Le principali coltivazioni sono quelle dei cereali (grano, frumento, orzo, avena e foraggi), per un 68% di aree coltivate. Vigneti e oliveti occupano rispettivamente 180 e 130 ettari di terreno. Da non dimenticare i 350 ettari adibiti a pascolo, i 200 per frutteti e orti, e i 100 ettari di terreno incolto con meno di 5 anni. Nel 2003 risultano 90 gli addetti a tempo pieno nel settore agricolo, mentre sono 340 quelli a tempo parziale. 70 i pensionati agricoli ancora attivi e gli operatori agricoli non professionali, ossia coloro che producono un reddito che integra l’attività lavorativa principale, sono 270. Dai numeri appena forniti risulta che circa la metà del territorio sammarinese è utilizzato per fini legati all’agricoltura. I prodotti sammarinesi della terra sono sicuri poiché provengono da un territorio ben preciso e da produttori ben identificati: i consumatori di conseguenza ne conoscono l’origine. Oggi però la sola qualità non basta: si avverte la necessità di unire chi produce, a chi trasforma e commercializza il prodotto agricolo, creando un sistema agroalimentare in grado di imporsi a pieno titolo sul mercato.
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