E’ allarme rosso sui fondi pensione. Rosso come i conti che l’Istituto di Sicurezza Sociale ha illustrato ai sindacati in sede di Consiglio di Amministrazione. Nel giro di tre anni, lamentano Cdsl e Csdl, il deficit del fondo previdenziale dei lavoratori dipendenti è passato da 1 milione e mezzo di euro a nove milioni e mezzo. E per il prossimo anno si prevede un ulteriore aumento. Nello specifico il rapporto tra entrate e uscite del fondo, almeno per il 2004 è ancora in attivo. E’ la previsione per i prossimi anni a indicare una preoccupante inversione di tendenza. Ora, per i sindacati, vista l’impennata del disavanzo, per riportare l’esercizio 2004 in pareggio, il 10 per cento del concorso dello stato non è più sufficiente. Ma deve salire al 20 per cento. La legge dell’83, afferma il segretario Marco Beccari, dice infatti che l’intervento statale sulla gestione preveda un finanziamento da un minimo di 10 a un massimo del 25 per cento delle entrate. Giovanni Ghiotti, Segretario Csdl invita a non intaccare il patrimonio economico del fondo pensioni dei lavoratori dipendenti. Né di ricorrere alle entrate collaterali e secondarie, come il trasferimento dell’attivo del fondo assegni famigliari e interessi attivi. Vi sono delle responsabilità politiche sulla gestione dei fondi, con la mancata volontà in sei anni ad affrontare e concludere la riforma previdenziale. Ad essere in rosso da anni sono invece altri fondi pensione, come quello di commercianti e artigiani. Lo scorso anno lo stato è intervenuto con un contributo di 4 milioni 800 euro per il ripianamento della gestione. Cifra, che stando alle previsioni di quest’anno, dovrà salire almeno a 6 milioni e 300 mila euro. Cosa che porterà inevitabili correttivi di carattere tecnico anche alla finanziaria 2004.
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