ANIS: Bene certi passaggi, ma il Governo deve fare di più
Alla riapertura delle aziende dopo la pausa estiva, gli imprenditori hanno aggiornato i bilanci e confermato che i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Del resto, l'uscita dalla black list, un rinnovato rapporto con l'Italia, da sempre mercato di riferimento, gli apprezzamenti dell'Ocse e degli organismi internazionali, avevano fatto sperare in report più positivo. La congiuntura economia europea non ha aiutato, i mercati continuano ad essere depressi, quello italiano in particolare, e quindi la strada resta in salita. Nei prossimi mesi però, si prevede che qualche ulteriore segnale di ripresa possa arrivare, le cose potrebbero andare meglio:“se si avrà il coraggio di fare di più”, commenta il Segretario Generale degli industriali, Carlo Giorgi. Al Governo l'Anis riconosce i passi compiuti, fra cui la riduzione degli stipendi pubblici e l'informatizzazione della PA, ma chiede un maggiore impegno e coraggio, per una ulteriore riduzione dei costi dello Stato, ad esempio, ma anche per la riorganizzazione dei servizi, insieme a quei supporti legislativi necessari perchè la macchina dello Stato possa funzionare sempre meglio. Gli industriali invocano una crescita della competitività del sistema e della concorrenza, anche interna. Per questo si aspettano una nuova e più rigorosa regolamentazione in materia di appalti e forniture. Bene la riforma fiscale, anche se per le aziende ha determinato una maggiore burocrazia, bene l'affermazione del principio che tutti debbano contribuire in maniera equa, ma l'Anis si aspetta che anche lo Stato faccia la propria parte, e cioè che garantisca una gestione sempre più sana e trasparente del proprio bilancio. Subito le riforme considerate più urgenti, come quella del mercato del lavoro, unitamente ad un progetto di sviluppo a medio e lungo termine. Nei prossimi giorni si dovrà aprire una sorta di “campagna d'autunno”, che porti entro fine anno a conquistare importanti obiettivi, come l'introduzione del regime IVA, una legge di bilancio che persegua tagli e contenimenti, una reale integrazione con l'Unione Europea, per superare quegli ostacoli burocratici che frenano la competitività.
Sergio Barducci