Gli azionisti che si sono regolarmente presentati alla convocazione del commissario straordinario Nunziato Caliò non sono stati sufficienti a raggiungere il quorum, mancato per un soffio: oltre al socio di maggioranza relativa, Lucio Amati, impossibilitato a partecipare poiché agli arresti domiciliari, mancava infatti anche un altro socio al 20%. Amati tramite i suoi legali aveva inviato una lettera per intimare di non tenere l’assemblea proprio per la sua assenza forzata, e se ne è preso atto. L’assemblea comunque non è stata validamente costituita e non ha potuto deliberare la richiesta ricapitalizzazione da 40 milioni di euro, indispensabili per salvare la banca. Assieme alla convocazione era stata consegnata agli azionisti una nota tecnica che illustrava nel dettaglio il lavoro del commissario straordinario e i motivi per cui si è giunti a queste conclusioni, ossia perché servano 40 milioni per evitare la liquidazione coatta amministrativa. Ora questo è un rischio reale, e pare inevitabile: il 12 ottobre sono le “colonne d’Ercole”, così le definisce lo stesso commissario Caliò. La legge non prevede ulteriori proroghe al blocco dei pagamenti, il 13 l’attività deve riprendere regolarmente, ma se l’istituto non è in grado di portarla avanti, la conclusione sarà inevitabile perché a quella data si dovrà avere una soluzione definitiva. Sarebbe la prima volta nella storia del sistema finanziario sammarinese. Il commissario e le istituzioni, ossia Banca Centrale e il governo, stanno lavorando alacremente per dare le giuste risposte alle attese della clientela e dei dipendenti.
Francesca Biliotti
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