Aumentano i disoccupati e a pagare le spese sono soprattutto i giovani, ma anche i frontalieri
580 lavoratori in meno in un anno, 50 disoccupati in più: sono 780 a giugno 2011, per un tasso che sale dal 4,44 al 4,77. Alta anche la quota di quelli che la statistica definisce disoccupati in senso stretto, cioè disponibili da subito a lavorare: sono 534. E ad allarmare sono soprattutto le fasce d’età: senza lavoro sono proprio i giovani e i giovanissimi. Hanno fra i 20 e i 29 anni, mentre per i disoccupati totali la fascia a più alta incidenza è quella che va dai 30 ai 40 anni. Giovani e in prevalenza diplomati, ma per un buon 15% hanno titoli di studio più elevati: 118 laureati a casa. Giovani disoccupati e basse sono anche le prospettive occupazionali, stando a quanto rilevato di recente dalla Camera di Commercio: i contratti offerti sono solo a tempo determinato, dunque, a rischio è la stabilità per i nuovi occupati. Il titolo di studio richiesto, poi, non va oltre la licenza superiore e si fa sempre più esigua la quota di imprese che richiede laureati o personale di alto profilo. “Una emorragia”, ha commentato in questi giorni il segretario Cdls, Marco Tura, nel sottolineare gli effetti della crisi sull’occupazione che colpisce, sì, i giovani, ma anche i frontalieri: ben 500 in meno, su 600 posti di lavoro persi nell’anno.
Annamaria Sirotti
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