Il Wall Street Journal titolava così un recente articolo in prima pagina. Colpa degli aumenti dei prezzi, soprattutto di pasta, farina e riso che, a detta del quotidiano economico più venduto nel mondo, starebbero rendendo difficile, a milioni di famiglie italiane a basso reddito, la dieta mediterranea in un Paese orgoglioso della propria cucina salutare. L’impennata dei prezzi ha coinvolto anche San Marino dove, da inizio anno ad oggi, un pacco di pasta da mezzo chilo è aumentato di oltre 20 centesimi. L’Osservatorio Prezzi, raccogliendo i dati nei maggiori supermercati della Repubblica, ha calcolato un aumento percentuale su ogni pacco di pasta del 24,42%. Aumenti ancor maggiori per la farina, che in tre mesi ha registrato un rincaro del 25%. Il pane, invece, stando ai dati dell’Osservatorio, non ha registrato aumenti significativi, ma alcuni supermercati informano che proprio sul pane è stata adottata la politica di venderlo a 1 euro al chilo. “Gli aumenti non dipendono dai nostri fornai – spiega il direttore di un supermercato –. Si è innescato un meccanismo globale che vede aumentare ogni giorno i prezzi dei derivati dai cereali”. Rincari dovuti al boom dei prezzi raggiunti dal grano duro, sempre più richiesto per i biocarburanti. E i prezzi sul mercato alimentare salgono. In fondo, però, il mezzo chilo di spaghetti continuerà a costare sempre meno di una tazzina di caffè. Ma, lontano dal ricco Occidente, può essere una tragedia.
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