E’ infuriato il Presidente di Banca Centrale, Biagio Bossone. Senza perdere aplomb e stile, approfitta dell’incontro con i giornalisti per togliersi qualche sassolino e mettere le cose in chiaro. Giudica infondate e ingiustificate le accuse mosse da voci autorevoli e soprattutto i silenzi assordanti del Governo, quel Governo che in Banca Centrale rappresenta il principale azionista. Ce l’ha con la politica, principalmente, ma non solo; difende a spada tratta l’istituto che presiede e tutti i suoi collaboratori. Professionalità che sono state capaci di evitare a San Marino conseguenze ben più pesanti di una situazione difficile e delicata. Rimanda al mittente le critiche di inadeguatezza, di intempestività, di latitanza e invita chiunque volesse fare osservazioni a farlo sulla scorta dei fatti e non per illazioni, congetture, pregiudizi o informazioni distorte. Non accetta le strumentalizzazioni e non intende essere oggetto del tiro al bersaglio. Rivendica ancora una volta, e con forza, l’autonomia della Banca Centrale e ricorda che le nomine dei suoi dirigenti non hanno nulla a che far con lo spoil system, le quote della lottizzazione politica. Fra le accuse quella che più lo fatto inalberare è quella che in quanto italiani i vertici di Banca Centrale possano limitare l’autonomia dello Stato. “Operiamo nel rispetto delle leggi e ci impegniamo a farle rispettare - afferma - forse per questo diamo fastidio a chi non le vorrebbe”. Difende con determinazione l’operato del capo della vigilanza, Stefano Caringi, e afferma che sulla sua audizione in Procura si sono state fatte circolare voci radicalmente contrarie alla verità. Illazioni inaccettabili. “I fatti e i numeri del nostro operato dimostrano l’esatto contrario di quanto qualcuno va dicendo - sbotta il Presidente - noi abbiamo sicuramente fatto la nostra parte fino in fondo, altri ancora devono dimostrare di aver fatto la loro”.
Sergio Barducci
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