Avevano scritto a Cassa di Risparmio, Asset e a Banca Centrale per chiedere chiarimenti sul trasferimento dei rapporti tra le due banche. A rispondere, agli ex correntisti Asset, è stata Banca Centrale. Non è nostro compito, ricorda Banca Centrale, comporre controversie tra i soggetti vigilati e i loro clienti, la cui risoluzione è demandata esclusivamente all'autorità giudiziaria. Ma il vice direttore scrive anche di ritenere la segnalazione “una fonte di informazioni utilizzabili in relazione ai compiti e ai poteri di vigilanza sul sistema bancario” stabiliti dalla Lisf. “Banca Centrale, recita la lettera, si sta attivando nei confronti di Cassa di Risparmio, ai fini dell'espletamento delle proprie funzioni istituzionali di vigilanza”. I legali dei correntisti avevano sollevato diversi dubbi sulla procedura del passaggio di Asset in Cassa di Risparmio, in particolare sulla conversione, per la somma eccedente i 50mila euro, in obbligazioni non subordinate con scadenza a tre anni dalla data di emissione del decreto legge, remunerate ad un tasso non inferiore all'1,50%. Ancora, sostengono i legali, non è stato esibito pubblicamente l'atto di cessione stipulato tra Asset Banca e Cassa di Risparmio pertanto, l'unica fonte da cui si può desumere la regolamentazione del passaggio è il solo decreto, che non contiene alcun obbligo da parte dei creditori di Asset di aprire un conto in Cassa e che fa degli importi inferiori o uguali a 50mila euro un credito immediatamente esigibile. Il creditore, affermano, potrebbe quindi chiedere che gli venisse versato il suo avere presso altro istituto bancario. I correntisti chiedevano una risposta entro 7 giorni anticipando di essere pronti ad agire in tutte le sedi.
Sonia Tura
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