Bonus prima infanzia, Csdl: “Una goccia nel mare, dal sapore elettorale”
Simona Zonzini, funzionaria FULI-CSdL, parla di una misura parziale e limitata, sganciata dall'Icee, attuata senza confronto col sindacato. E che “non va minimamente a scalfire le problematiche alla base della denatalità”
“Una goccia nel mare”. È il commento di Simona Zonzini, funzionaria FULI-CSdL, sul decreto delegato che istituisce un bonus per la prima infanzia. Nell'ultima puntata di "CSdL Informa", Zonzini afferma che l'intervento del governo “non va minimamente a scalfire le problematiche alla base della denatalità e del conseguente progressivo invecchiamento della popolazione, che avrebbero bisogno – argomenta – di interventi strutturali e di ben più ampia portata economica per incentivare le coppie a mettere al mondo i figli”. Sottolineata anche la mancata condivisione con sindacato.
Diverse le problematiche riscontrate da parte della Csdl, a partire dal fatto che si tratta di “bonus una tantum” e che non prende in considerazione chi nasce nell'anno in corso. “Non è nemmeno attivo il programma applicativo on line attraverso cui inoltrare la domanda”, continua Simona Zonzini. “Altro aspetto sconcertante, è il fatto che occorre aspettare le dichiarazioni dei redditi relative al 2023, quando sappiamo che tali pratiche vanno fatte entro la fine di luglio di quest'anno”. Inoltre questo bonus straordinario doveva essere strettamente legato all'Icee che però non viene menzionato. In pratica “ogni membro di Governo va avanti per la propria strada senza un disegno complessivo”.
Allargando lo sguardo, secondo il sindacato finché non si esce dalla logica secondo cui “un figlio è visto come un costo”, non si riuscirà mai “a invertire il trend della denatalità”; piuttosto bisogna considerare le nuove nascite come "investimenti" per il futuro del nostro Paese. In conclusione si tratta di un intervento unilaterale e improvvisato che ha “il sapore di un semplice spot elettorale".
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