Brexit: in Italia, secondo Confindustria, crescita ridotta e perdita di posti di lavoro
L'addio di Londra a Bruxelles farà perdere – in Italia - 81.000 posti di lavoro e provocherà una riduzione di 154 euro del reddito pro-capite. Queste le previsioni per il biennio 2016/2017 di Confindustria, che sin da subito si era detta favorevole al “remain”. E se le stime di crescita, per il 2016, parlavano di un +1,3%, per il Belpaese; l'Associazione degli industriali sostiene che a questo punto la prospettiva sia ben più modesta: +0,8%. Tutto ciò a causa della fragilità economica di fondo dell'Italia. Previsioni, appunto; come quelle che parlavano di effetti catastrofici immediati, per il Regno Unito, in caso di vittoria del “Leave”. In realtà la Borsa di Londra, dopo perdite tutto sommato contenute nel giorno dell'ufficializzazione dei risultati - e lunedì scorso -, ha poi registrato buone performance per tutta la settimana. Questo grazie anche alle robuste iniezioni di liquidità da parte della Bank of England, che – non essendo mai stato il Regno Unito in area euro – ha sempre avuto mano libera. Anche la sterlina ha sostanzialmente tenuto. Al momento, insomma, sembra l'Unione Europea quella ad averci rimesso maggiormente, dalla Brexit; tanto che Standard&Poor's ha tagliato il rating da AA+, a doppia A. Come se non bastasse, ieri, Bruxelles ha ricevuto due nuovi ceffoni: da una parte la decisione della Corte Costituzionale di Vienna di ripetere il ballottaggio delle Presidenziali austriache - che avevano visto il candidato della destra euroscettica perdere di un soffio -, dall'altra l'annuncio a sorpresa del presidente ceco Zeman: che si è detto favorevole ad un referendum sull'uscita del suo Paese dall'Ue e dalla Nato. In una giornata simile il vicepresidente della Commissione Europea se n'è uscito con una dichiarazione che testimonia – secondo vari analisti – il totale distacco dalla realtà di Bruxelles. Spagna e Portogallo – ha detto Valdis Dombrovskis - “non hanno corretto i loro deficit in tempo e dovremo assumere le decisioni conseguenti”. Eventuali sanzioni saranno “prestissimo” all'ordine del giorno della Commissione.
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