Buono il primo semestre della Cassa di Risparmio di Rimini
La presentazione dei dati del semestre è stata l’occasione per fare il punto sulla raccolta di Carim nelle zone turistiche, indicatore importante per valutare l’andamento della stagione. I dati sono di segno positivo, soprattutto quelli dei primi 15 giorni di settembre, a conferma che è stata soprattutto la coda dell’estate a consentire il recupero di una stagione turistica sostanzialmente negativa. Da Bellaria a Cattolica, nelle filiali che la Cassa di Risparmio ha sulla Riviera, i primi 6 mesi hanno registrato una crescita del 3,92% . Dal primo al 15 settembre, l’aumento e’ stato del 3 e 98%. Numeri positivi che però non sono più tali se rapportati al 2003. Negli ultimi anni, spiegano i vertici della Carim, c’è stata una costante diminuzione della raccolta e l’introduzione dell’euro ha reso impossibile valutare anche il tipo di turismo che sceglie la riviera adriatica. L’economia in generale conferma la fioritura del comparto immobiliare e la disaffezione verso altri tipi di investimento. Vale a dire che dopo i crack di Cirio, Parmalat e dei bond argentini, si torna al mattone. I numeri complessivi di Carim sono tutti di segno positivo. 5 miliardi 52 milioni di utile netto. 4 miliardi 257 milioni la raccolta globale, con un incremento che sfiora il 13% in un anno. La raccolta diretta aumenta fino a raggiungere i 2 miliardi 182 milioni e registra un progresso del 24 e 40 %. Sono questi i risultati conseguiti dalla Cassa di Risparmio di Rimini nel primo semestre di quest’anno. Anticipata, nel triennio, l’apertura di altre 20 filiali. La forza dell’istituto di credito lo colloca al 31esimo posto in Italia e al 787esimo nel mondo. Le aziende, turistiche e non, continuano a chiedere risorse e questo, per Carim, è una conferma di fiducia nel futuro. Non abbiamo trovato gli imprenditori più ottimisti, è il commento, li abbiamo trovati meno pessimisti. Un segnale da non sottovalutare nel giorno in cui l’Istat dice che e’ l’Emilia Romagna la regione in cui vivono gli italiani più ricchi. Il reddito pro-capite supera i 17mila euro. Fanalino di coda la Campania con 9.800 euro.
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