C10-SU-RETE: articolo su emendamento "tetto retributivo"
Sono tanti gli interventi che il nostro Stato, negli anni, ha attivato in favore delle cosiddette “attività riservate” (cioè quelle elencate alla legge 165 del 2005 ossia banche, finanziarie, fiduciarie ecc).
Nel corso del dibattito consiliare relativo alla Variazione di Bilancio, Civico10, Sinistra Unita e RETE hanno presentato un emendamento (cioè una proposta di modifica al progetto presentato dal governo) denominato “Tetto retributivo in presenza di intervento pubblico”. L’intenzione dei tre gruppi era chiara: regolare le retribuzioni del personale delle “attività riservate” in presenza di interventi di sostegno, diretti o indiretti, da parte dell'Ecc.ma Camera o degli Enti del Settore Pubblico Allargato. Si volevano quindi limitare le retribuzioni a € 100mila l’anno (una cifra, comunque, di tutto rispetto) nel caso in cui un’attività riservata benefici di un sostegno da parte dello Stato. Un modo efficace per riconoscere il valore del denaro dei contribuenti, utilizzato dal Governo per sostenere attività sensibili per la stabilità dello Stato e per richiamare alle proprie responsabilità i soggetti beneficiari in quanto destinatari di un sostegno pagato con i soldi dei cittadini.
L'emendamento presentato dalle tre forze politiche seguiva un'ampia discussione avvenuta in aula la settimana scorsa su un progetto di legge presentato da RETE e sostenuto da Civico10 e Sinistra Unita, tendente proprio a proporre dei tetti in tali situazioni. La proposta, neanche a dirlo (nonostante sul progetto di legge in prima lettura, quindi a parole, tutti i gruppi si erano detti favorevoli), è stata respinta dal Consiglio. Perciò, a fronte di una popolazione che dovrà pagare anche per mantenere stabile un sistema creato apposta per non essere stabile, avremo “attività riservate” libere di continuare a spendere e spandere a proprio piacimento. Con buona pace della spending review.