Associazioni di categoria in tribunale contro la modifica dello Statuto Camera di Commercio. Interviene Zafferani
“Ci siamo mossi in linea con quello che prevede la legge”, precisa Andrea Zafferani. “Il decreto delegato che ha modificato lo statuto nasce da una legge dello Stato che è la legge di bilancio.” Il Segretario non entra nel dettaglio “perché essendoci ricorso in tribunale dovremo argomentare le nostre posizioni in quella sede”. Tiene però a sottolineare che da un punto di vista logico, dato che lo Stato ha la maggioranza del capitale sociale ed è l'unico a mettere da anni i soldi nella Camera di Commercio, non c'è nulla di strano che abbia la maggioranza nel Consiglio di Amministrazione.
Contesta poi l'accusa al Governo di voler creare un ente pubblico privando i soci privati di qualsiasi potere decisionale. “Non è vero – dice - che siano stati estromessi. I soci di minoranza hanno cinque membri all'interno del Consiglio di Amministrazione. Possono partecipare alle decisioni se decidono di nominare propri rappresentanti. Non è stato cambiato nulla nel capitale sociale dell'ente. Quindi mantengono le loro quote”.
Con il Decreto Delegato del 13 giugno – rimarcano le associazioni di categoria - è stato permesso all'Assemblea di costituirsi ed operare anche senza aver formalizzato i rappresentanti dei soci di minoranza contrariamente a qualsiasi logica e diritto societario. Attendono quindi fiduciose che la giustizia blocchi questa iniziativa a tutela – concludono - di una Camera di Commercio snaturata.
“Il cambiamento della mission era noto – risponde Zafferani. La creazione di una nuova realtà era prevista nel programma di governo. Nulla è stato snaturato. La camera di commercio continua a fare il suo lavoro, a cui si aggiunge la nuova funzione di promozione del paese, opportuna e fondamentale”.
Il nuovo cda incontrerà Anis, Osla, Unas, Usc e Usot. “Nonostante questo atteggiamento – afferma il Segretario - cercherà di condividere i passaggi dell'avvio della nuova realtà. Ci auguriamo che le categorie vogliano nominare i propri membri nel cda. Anche se non lo faranno continueremo a confrontarci affinché il nuovo ente parta con contributi e suggerimenti anche del mondo privato”.
MF