Centrale del latte, lo sfogo del Vicepresidente: "Rischio fallimento, se non si tutela la sammarinesità"

Dalla Cooperativa spiegano di avere un business plan e di volere esportare i prodotti. Per questo chiedono supporto a livello burocratico

Fa fatica a trattenere l'emozione Giuseppe Guidi, vicepresidente della cooperativa che guida la Centrale del latte sammarinese: 15 dipendenti, con relativo indotto. Lo scorso novembre la fine del cosiddetto 'monopolio' del latte sul Titano. Una situazione che ha già portato a un calo di introiti: dai 203mila euro di vendite nel gennaio 2019 ai 166mila di gennaio 2020, afferma Guidi.

I produttori non chiederanno alla politica di ristabilire la “zona bianca”, ma vogliono supporto istituzionale e burocratico, per ottenere la documentazione per vendere sia oltre confine che in altri Stati, guardando alla Russia. Spiegano di aver contattato il Segretario di Stato al Territorio per illustrare la loro situazione. Allo stesso tempo, denunciano un mancato rispetto della zona bianca in passato.

La cooperativa ha creato un business plan e guarda al futuro. Ricorda anche le cifre investite per mettere a posto l'immobile e per i macchinari, a fronte di un accordo con lo Stato per la gestione trentennale. "In quattro soci  - dice Giuseppe Guidi - abbiamo messo 1 milione e 200mila euro di garanzie". "Il maggiore ostacolo viene dalla burocrazia e della pubblica amministrazione. Non è possibile - prosegue - che si debba far morire l'economia per mancanza di sostegno, di responsabilità e di comprensione"

Nel servizio, l'intervista a Giuseppe Guidi, vicepresidente Cooperativa latte sammarinese


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