Ancora l’ufficializzazione della rinuncia non è stata formalizzata, i vertici del gruppo bresciano si sono limitati a dare una comunicazione verbale e secondo qualche indiscrezione la porta sarebbe stata lasciata socchiusa. Insomma ci sarebbe ancora qualche margine. Per il Sole 24 ore tutto sarebbe legato alla necessità di scongiurare il rischio che i problemi della vecchia gestione possano riflettersi sulla nuova. Importanti sono i passaggi di consolidamento del capitale e gli accordi raggiunti con le banche creditrici. E’ questo, infatti, l’impianto che più deve tenere e che potrà garantire la solidità del piano di ristrutturazione. Del resto anche la nota ufficiale di Cassa di Risparmio, diramata ieri, usava qualche condizionale, mentre il Presidente della Fondazione, Masi, lasciava intendere l’allargamento delle trattative. Infatti si fanno insistenti le voci di nuovi soggetti affacciati ai negoziati. Probabili acquirenti che stanno dimostrando un certo interesse. Nessuna conferma dalla Cassa di Risparmio ma quel piano B di cui si parlava nei giorni scorsi potrebbe vedere l’entrata in scena di un soggetto bancario di tutto rispetto e molto dinamico, come il gruppo spagnolo Santander, che nella zona euro ha acquisito una posizione di leadership. È la prima banca spagnola, la terza in Europa per capitalizzazione, uno degli ex azionisti di riferimento di San Paolo IMI, uscito dal capitale dopo la fusione con Banca Intesa e la nascita di Intesa Sanpaolo. Solo voci, al momento, la cui concretezza si saggerà nei prossimi giorni. Forse la trattativa invece che arenarsi potrebbe trovare, al contrario, nuova vita.
Sergio Barducci
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