Chiude per fallimento un’altra azienda: la Make di Cerasolo

Chiude per fallimento un’altra azienda: la Make di Cerasolo.
Un fulmine a ciel sereno. Erano in corso piani di rilancio per l’azienda e trattative per rilevare lo storico marchio di docce e vasche idromassaggio. Nel 2010 i primi contratti di solidarietà, negli ultimi mesi ritardi nei pagamenti.
I segnali della crisi c’erano già, ma ieri la comunicazione di fallimento e chiusura ai trenta dipendenti, oggi riuniti in assemblea.
C’è rabbia per il fallimento della Make, si poteva aspettare. A decretarlo il tribunale di Rimini, che sabato ha accolto l’istanza di Banca di San Marino, per 775mila euro. Non era la sola creditrice – dicono – e l’azienda aveva ferme commesse per milioni di euro. “Chiediamo cassa integrazione straordinaria per un anno – dice Maria Luisa Marano della Cigl Rimini – e speriamo che qualcuno si faccia avanti a rilevare l’azienda, mantenendo il ciclo produttivo”. In 30 sono senza lavoro, da un giorno all’altro; temono anche gli altri 70 impiegati della consociata, la Semilavorati.
La crisi ferisce tutti: scoramento e a tratti commozione per Monica Baldinini, socia di Make, insieme al fratello Luca. Questa mattina erano tutti e due in ditta. Per ora, chiedono il silenzio.
Per 30 anni a San Marino, la storica Titan Bagno era leader nel settore: fatturati milionari, poi, la recessione – competizione dei mercati emergenti, contrazione dei volumi d’affari per la crisi dell’edilizia –. Recessione, che nel 2010 aveva portato la Titan Bagno a dire addio al Titano - una delle prime grosse aziende in fuga - per trasferire l’attività fuori confine.

Annamaria Sirotti

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