Il commento delle imprese al questionario dello Studio Ambrosetti
L’opinione delle imprese sammarinesi sulla situazione attuale del Titano rimane bassa ma cresce, in una scala da uno a dieci, dal 5,26 del 2007 al 5,52 di quest’anno. L’immagine e la reputazione della Repubblica tra le imprese italiane registrano invece un 5,71 leggermente più positivo, ma in calo rispetto al 5,79 del 2007. Il questionario rappresenta un strumento importante per conoscere il grado di competitività, presente e in prospettiva della Repubblica, a partire dall’identificazione dei suoi punti di forza e debolezza. Tra i primi sono indicati il sistema fiscale, il sistema bancario e finanziario. Gli elementi di criticità vedono ai primi posti le relazioni internazionali e le relazioni sindacali. Particolarmente interessante la notevole divergenza sulla visione del futuro della Repubblica del Titano. Aspettative fortemente negative dei cittadini sammarinesi (giudizio medio 4,19) che non corrispondono affatto alla percezione molto più positiva dello stesso tema visto dall’Italia (6,79), con le imprese sammarinesi quasi a posizionarsi in un ruolo di ponte tra le due realtà (5,52). Le differenze, commenta il Presidente dell’Anis Pier Giovanni Terenzi, sono abbastanza contenute. Noi siamo imprese che operano sul territorio e da diversi mesi se non da qualche anno, sottolinea, siamo in estrema difficoltà: abbiamo bisogno di ricucire i rapporti con l’Italia e di affrontare diverse situazioni. Analisi condivisa dal direttore di Osla Vito Testai. Le imprese italiane, dice, hanno più fiducia perché sentono meno i problemi che quelle sammarinesi devono vivere sulla propria pelle. I cittadini, sottolinea Testai, subiscono la forte aggressione dei media sul caro vita, l’inflazione e conoscono la crisi presente nei settori turistico-commerciale. Crediamo molto, aggiunge il Presidente di Assoindustria – partner del Forum San Marino – in questo progetto. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: vogliamo contribuire così ad aprire una discussione sul futuro del nostro Paese e arrivare a scelte che ci possano fare crescere. Il dato su cui riflettere con attenzione, secondo il direttore di Osla, è che la percezione non positiva del nostro futuro ci dovrebbe spingere a trovare la strada per lavorare tutti insieme.
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