Sono preoccupati per il previsto aumento della pressione fiscale, che andrebbe a colpire gli utili sempre più ridotti di quelle imprese che pur in mezzo a pesanti difficoltà continuano a resistere. Mettono in evidenza l’assenza di un progetto di sviluppo nel revisionale 2011 e lamentano la carenza di iniziative per rilanciare il sistema. “Una eventuale riforma fiscale avrà tempi lunghi per portare effetti concreti- affermano i Commercialisti - nel frattempo si deve correre ai ripari”. Il primo intervento lo individuano nei tagli decisi alla spesa ma ritengono che ogni scelta debba essere preceduta dalla normalizzazione dei rapporti con l’Italia. Per le due imposte previste dalla finanziaria, quella sui servizi e l’addizionale Igr, i commercialisti, non vedono effetti certi sulla base imponibile, esprimono dubbi sulla prima e propongono un incremento fisso del 2 per cento all’anno sulla seconda, lamentando in generale forte incertezza. Il rischio è quello di creare uno scontro sociale senza precedenti. Non intendono proteggere i “furbetti”, ma se ci sono sacrifici da fare ritengano riguardino tutti. “L’equità in ambito fiscale – dichiarano – potrebbe anche essere il recupero dell’imponibile nelle rendite catastali, qualora – aggiungono – la quota esente fosse uguale per tutti”. Sono disposti a confrontarsi con tutte le parti sociali, alla ricerca di soluzioni che evitino proprio lo scontro sociale. Invocano una drastica riduzione della spesa pubblica, anche privatizzando i servizi non essenziali o strategici, mettono in guardi sul rischio che l’erosione del differenziale fiscale possa, prima o poi, convincere a trasferirsi anche le ultime imprese sammarinesi rimaste in territorio.
Sergio Barducci
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