Si allarga sempre più il fronte degli oppositori alla riforma delle pensioni presentata dalla segreteria alla Sanità, che si sta confrontando con associazioni di categoria, economiche e sociali ma che finora non sta riscuotendo molto successo. Dopo lo sciopero degli avvocati infatti, anche i commercialisti “pretendono – scrivono – che venga mantenuto e salvaguardato il principio di autonomia dei fondi e si oppongono con fermezza a questo progetto di un loro inserimento in un unico fondo di lavoratori autonomi, che non ha prospettive di equilibrio neanche nel breve periodo”. E spiegano: “I liberi professionisti vanno in pensione ben oltre il conseguimento dell’età pensionabile, diversamente da commercianti e artigiani e quindi i soggetti attivi sono largamente maggioritari rispetto ai soggetti pensionati”. Ma la distinzione, fanno notare, è netta anche sul piano fiscale: i professionisti denunciano somme superiori a quelle di commercianti e artigiani ai quali, peraltro, è concessa in molti casi la determinazione forfettaria del reddito: quindi i professionisti versano di più e comunque più di quanto serva per mantenere in equilibrio il proprio fondo.
Francesca Biliotti
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