Ha detto sì all’accordo pianificato dai commissari straordinari la quasi totalità delle banche creditrici del gruppo Delta. Per Cassa di risparmio si chiude un periodo difficile, che ha comportato perdite e momenti gravissimi, ha ricordato il presidente Leone Sibani. Nel giugno 2008 il sequestro del furgone portavalori ha avviato l’iniziativa della Procura di Forlì che il presidente della Fondazione San Marino Tito Masi non esita a definire “devastante”, che ha polverizzato ricchezza dice, e che ha portato anche alla decapitazione dei vertici dell’istituto. Col commissariamento del gruppo bolognese due miliardi e mezzo della banca erano bloccati in Delta e contemporaneamente Carisp doveva far fronte alle fuoriuscite dello scudo fiscale: doveva restituire 1 miliardo e mezzo, ed è stato necessario ricorrere all’aiuto del sistema bancario sammarinese e delle istituzioni. Dev’essere restituito ancora un centinaio di milioni circa a Banca centrale. Ma ora, grazie all’accordo raggiunto, la Cassa sa che potrà rientrare di 1 miliardo e 7; 360 milioni sono stati intanto accantonati per far fronte alle perdite; il patrimonio si attesta sui 295 milioni. Ed è stata costituita Newco, che gestirà la riscossione dei crediti: un 10% della società è di Carisp, che quindi potrà monitorare da vicino le procedure. Ed è tempo di pensare al futuro. Carisp sta studiando un piano quinquennale di consolidamento e rilancio, si stanno predisponendo nuove attività per dimostrare la qualità del servizio. In previsione l’aumento di capitale e l’avvio dell’azionariato popolare che dovrebbe portare altri 150 milioni di euro, secondo le stime. Una delle condizioni per rilanciare l’attività, dicono i vertici, è comunque normalizzare i rapporti con l’Italia. Nel video l'intervista a Tito Masi, presidente Fondazione San Marino.
Francesca Biliotti
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