Confcommercio: i consumi 2023 oltre i livelli pre-covid. Il turismo a spingere la risalita
Nel report anche un’analisi delle abitudini di spesa delle famiglie: più tecnologia e tempo libero, meno mobili e pranzi in casa.
L'inflazione del 2023 non ha fermato i consumi degli italiani. Una contraddizione, dovuta anche al caro-prezzi, annunciata dall’ufficio studi di Confcommercio: entro fine anno la spesa media delle famiglie supererà i 21mila euro, migliorando per la prima volta il dato pre-covid del 2019.
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli spiega però come l’economia resti in una fase di rallentamento e con diversi nodi ancora non risolti, come la necessità di una riforma fiscale, degli investimenti Pnrr e di un vero piano di rilancio del Sud.
A spingere la risalita dei consumi è stato in questi mesi soprattutto il comparto turistico che rispetto al 2022 ha registrato aumenti in ogni settore. Viaggi, vacanze e alberghi sono cresciuti del 23%, bar e ristoranti dell’8.
Nell’analisi di Confcommercio anche un quadro di come siano cambiate le abitudini di vita degli italiani, tracciate proprio grazie allo studio dei loro consumi. Negli ultimi 30 anni i prodotti tecnologici hanno avuto la crescita più ampia insieme alle spese per il tempo libero, aumentate tra servizi ricreativi e culturali del 93%. L’acquisto di abbigliamento resta invece al livello di 30 anni fa mentre sono calati i pasti in casa e le spese per mobili ed elettrodomestici, così come quelle per elettricità e gas grazie alle politiche di risparmio energetico.
La crescita del consumo, conclude Confcommercio non si fermerà all’anno in corso. Nel 2024 è previsto un rialzo medio di altri 300 euro per famiglia, che non basterà però a raggiungere il picco storico avuto nel 2007 prima della crisi finanziaria internazionale.
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