In attesa di vedere quale accordo contrattuale scaturirà dal tavolo unico, le parti lanciano ipotesi di intesa. Centinaia di posti di lavoro sono in forte sofferenza, e la crisi interessa le grandi imprese e le piccole artigiane. L’Unas si appella al buon senso e ricorda che oggi è ricco chi ha un lavoro, ancora di più se l’occupazione è stabile. La ricetta degli artigiani punta ad aumentare non gli stipendi ma i fondi, dalle pensioni alla cassa integrazione. Un banale incremento dello 0.50%, ricorda l’Unas, diventa insignificante come aumento contrattuale ma avrebbe un significato immenso se destinato ad un fondo solidale perché potrebbe valere diversi milioni di euro a disposizione di chi subisce la crisi. Ma per il sindacato la cassa integrazione non è il solo strumento per evitare i licenziamenti. Siamo pienamente disponibili, dicono Csdl e Cdls, a valutare anche strumenti come i “contratti di solidarietà”, purché venga salvaguardato adeguatamente il reddito delle persone. Vale a dire lavorare di meno, per lavorare tutti. I contratti di solidarietà sono in costante aumento in Occidente dove la riduzione dell'orario di lavoro è vista come un'alternativa non solo possibile ma efficace contro il licenziamento. Ai lavoratori è riconosciuto il trattamento dell'integrazione salariale pari al 60% della retribuzione persa a seguito del rallentamento dell'attività aziendale.
Sonia Tura
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