Le federazioni industria della CSU tengono la barra a dritta sul contratto nazionale del settore e invitano Assoindustria a dare corso alle intese raggiunte al tavolo negoziale. Dopo aver constatato l’impossibilità di trovare una intesa più larga con Osla e Usl, arriva il colpo di acceleratore al rinnovo contrattuale. Il direttivo delle federazioni ha difeso con forza l’impianto della contrattazione nazionale, in base al quale le aziende più forti si fanno carico di sostenere anche quelle più deboli. “Destrutturare il contratto nazionale - sottolineano Merlini e Felici - significa aprire la strada ad una frammentazione contrattuale e al rischio elevato di accordi peggiorativi. Respinte al mittente le accuse lanciate da OSLA ed USL di voler limitare la libertà sindacale. “Pluralità nella chiarezza di chi e verso chi si rappresenta” è la replica dei segretari Merlini e Felici, che aggiungono:“Le intese raggiunte con ANIS rappresentano un modello di riforma che non impedisce la nascita di nuove organizzazioni sindacali, ma determina criteri precisi per evitare che queste diventino delle corporazioni finanziate dall’attuale sistema di contribuzione. “Un sistema di relazioni basato sull’anarchia - è la conclusione dei due Segretari - che pretende di imporre le proprie scelte anche se minoritarie e inoltre favorisce i più forti nella contrattazione, non può essere certo abbracciato.
Sonia Tura
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