Contratto industria: pesa il voto nelle grandi aziende, con esiti divisi

Contratto industria: pesa il voto nelle grandi aziende, con esiti divisi.
“Ad oggi, i sì superano i no. Ma non è utile, né corretto fornire ora i dati sul referendum, perché parziali”. Così la FLI-CSU, quando le assemblee per l’adesione al contratto industria hanno coperto poco più di un terzo delle aziende sammarinesi. Comunque, si guarda con interesse agli esiti del voto nelle grosse realtà, dove i numeri sembrano dividere i lavoratori. Passato ampiamente il ‘no’ alla Robopac, alla ES, e in maniera netta anche alla Valpharma. Hanno detto sì i lavoratori di Asa e Sit e ieri, dopo due giorni di dibattito in 7 assemblee, è arrivato l’assenso dagli oltre 400 lavoratori del gruppo, se pur con minimo scarto.
Mentre la CSU sgombra il campo da rumors - nessun lavoratore a contratto è stato chiamato a votare - è l’USL a tornare sul caso del lavoratore Robopac che lamentava un metodo antidemocratico nel non aver potuto esprimere il voto perché non versa lo 0,40%.
“Il referendum deve essere trasparente – dice Francesca Busignani –. Il contratto riguarda tutti e tutti i lavoratori subordinati devono avere il diritto di votare”. Ribadisce la posizione dell’USL sul nuovo testo: “Calato dall’alto e che ci riporta indietro, non concerta e non aumenta la produttività” - dice, e sarebbero una 50ina i lavoratori che negli ultimi 10 giorni – come forma di protesta – avrebbero fatto richiesta di non versare più il contributo sindacale.

Annamaria Sirotti

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