Cotes: "Non abbiamo fatto saltare noi il tavolo" e punta il dito sui sindacati
“Era già tutto pronto, l’ipotesi di accordo generale, le intese di carattere economico, la gradualità degli esodi, il rispetto dei contratti e degli appalti. Dopo un lungo mese di trattative, la Fiom Cgil ha però deciso di inasprire i toni". La Cotes replica e punta il dito sull’organizzazione sindacale, ritenendola responsabile di aver alzato i toni di un confronto fino a pochi giorni fa sereno e costruttivo.
“Abbiamo alle spalle 44 anni di storia aziendale - rilevano i vertici aziendali - segnata dal rispetto di tutti i diritti e le spettanze dei lavoratori, con massima puntualità e precisione, contribuendo al benessere e alla serenità di centinaia di nuclei familiari. Con gli stessi criteri ci stavamo muovendo in questo difficile momento storico”.
L’azienda non è risultata aggiudicataria di nessun lotto, in Italia, nelle gare indette nel 2023 per le attività di rete tradizionale e la realizzazione di infrastrutture di telecomunicazioni finanziate da contributi pubblici (PNRR), con conseguente perdita della maggior parte dei territori di competenza in Romagna e in Umbria e drastica riduzione delle lavorazioni appaltate. "Nell’intento di salvaguardare al meglio i dipendenti, si è avviata una trattativa con le Organizzazioni Sindacali, - prosegue la Cotes in una nota - che ha portato a definire il ricorso agli ammortizzatori sociali, la corresponsione anticipata del TFR, incentivi all’esodo graduale e l’utilizzo dell’assegno di ricollocazione. Unica condizione: il rispetto delle esigenze di completamento dei lavori prima dell’avvio dell’esodo dei dipendenti"
Nell’attesa della firma dell’accordo, "i Sindacati non hanno posto alcun freno alla preoccupante accelerazione nei licenziamenti volontari che ha visto le dimissioni di circa un terzo della forza lavoro complessiva. Un atteggiamento irresponsabile che compromette anche la possibilità di assicurare una continuità lavorativa per i prossimi anni".
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