Credito Sammarinese. Parla il commissario Nunzio Caliò
“La situazione è impegnativa e seria”. Non dice di più Nunziato Caliò, commissario del Credito Sammarinese. Troppo poco il tempo avuto a disposizione, per consentire di inoltrarsi in valutazioni di prospettiva o considerazioni di ogni genere. Del resto la riservatezza di chi svolge un incarico di questo genere è risaputa ed è doveroso rispettarla. “Posso solo assicurare – aggiunge il dottor Caliò – che stiamo lavorando nell’interesse dei risparmiatori e che l’impegno è totale”. Nominato il 12 luglio scorso, entrato negli uffici del Credito Sammarinese il giorno successivo, il commissario ha potuto contare solo su 8 giorni lavorativi in tutto. Domani incontrerà le organizzazioni dei lavoratori, che già avevano sollecitato scelte idonee ad alleviare il disagio dei correntisti in generale e dei dipendenti in particolare, per via di quel blocco dei pagamenti in vigore deal 12 luglio scorso. Difficile fare fronte agli impegni economici di ogni natura, compreso il semplice pagamento di una bolletta qualunque. Pressioni che la Centrale Sindacale Unitaria intende rinnovare con forza insistendo sulla necessità di procedere ad uno sblocco mirato dei pagamenti, per i dipendenti e per chi ha il conto esclusivo al Credito Sammarinese. “Il blocco – spiega il Commissario Caliò – vale solo per i saldi fino al 12 luglio; sono libere le operazioni per i depositi fatti dopo quella data relativi alle strette necessità”. Nei fatti però gli stipendi dei 22 dipendenti della banca sono stati versati sui loro conti correnti in data 4 luglio, prima cioè del commissariamento, e quindi le somme non sono utilizzabili per effetto del blocco. Diversa la situazione dei dipendenti della Polis S.A., la finanziaria dei gruppo. I loro stipendi sono stati versati nei giorni scorsi e quindi disponibili, sempre per le strette necessità. Per loro manca ancora il versamento del trattamento di fine rapporto: “Si è inteso mantenere – spiega ancora Caliò – un criterio di equità, bloccando tutto ciò che non rientrava nell’ordinario”. Già accreditati, ma non utilizzabili, i TFR dei dipendenti della banca, che per contratto riscuotono queste somme nel mese di gennaio.
Sul fronte giudiziario, intanto, l’ex direttore generale, Valter Vendemini, ha trascorso la sua prima giornata agli arresti domiciliari, dopo 15 giorni in carcere. Il dispositivo del magistrato, Rita Vannucci, costituisce una misura restrittiva minore, rispetto alla precedente, ma resta pur sempre una custodia cautelare. Vendemini, infatti, non può incontrare persone esterne, non può avere contatti telefonici, non gli è consentito ricevere né inviare posta. Può relazionarsi solamente con i familiari presenti all’interno della casa di San Marino, nella quale è stato posto in stato di detenzione. Escluso il rischio di reiterazione del reato, dal momento che prima di essere arrestato Vendemini era stato licenziato, ridotta la possibilità di inquinamento delle prove, il magistrato ha disposto il trasferimento ai domiciliari. L’indagine prosegue, in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Catanzaro, e non si escludono nuovi sviluppi, come il legale di Vendemini aveva lasciato intendere dopo il secondo interrogatorio in carcere, parlando di correità con altre persone, che potrebbero essere coinvolte nei prossimi giorni.