Credito sociale: non c’è stata un’impennata delle richieste
Nessuna sorpresa sul numero di domande per l’accesso al credito sociale. Sono 505, 5 in meno dell’anno scorso. Ma un elemento nuovo c’è, anche se prevedibile: cresce la richiesta di chi è disoccupato o in mobilità. Qualcuno ha addirittura esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Le confederazioni sindacali - nell’aiutare i loro iscritti a compilare le domande - hanno raccolto lo sfogo di famiglie, madri sole, persone senza più lavoro. “C’è sempre l’emergenza, la necessità di una risposta rapida”, nota Donatella Zanotti della CSdL. E naturalmente ci sono l’amarezza e lo sconforto di chi ha visto - da un giorno all’altro - cambiare la propria situazione economica. Il problema assume contorni drammatici quando manca la rete famigliare. “Il disagio è reale - racconta Mirko Battazza della CDLS - ci troviamo davanti a persone di buona volontà che hanno davvero bisogno di un sostegno”. Poi solleva il velo sulla questione affitti, in certi casi versati in nero. C’è una certa omertà. “I proprietari degli immobili - spiega Battazza - non dichiarano l’entrata e di conseguenza l’affittuario non può detrarre la spesa.” Alla Segreteria alle Finanze si lavora per valutare chi possiede i requisiti. C’è uno slittamento legato anche alla dichiarazione dei redditi, ma entro l’anno il contributo dovrà essere liquidato. Il budget è di 572.000 euro. Si tiene conto del mutuo prima casa, rette per asili nido, assistenza agli anziani, affitto. E per rendere ancor più mirato l’intervento è stato aggiunto un nuovo paletto: oltre a rientrare nelle tre fasce di reddito richieste, occorre avere intestata non più della casa di residenza.
Monica Fabbri
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