Altri 100 lavoratori rischiano il posto, ma il piano del Governo è fermo. L’accusa arriva dalle due federazioni industria. A giorni, replica l’Esecutivo, i primi provvedimenti. L’ultima sessione parlamentare si era conclusa proprio quando era appena stato avviato il confronto sugli ammortizzatori sociali. Nel prossimo Consiglio Grande e Generale, al via domani, la crisi economica è finita al 26° posto. I Segretari delle federazioni industria non nascondono la delusione per come il Congresso di Stato sta affrontando i contraccolpi, sociali ed economici, della recessione internazionale. Dal primo gennaio di quest’anno, sono state chiuse 20 nuove vertenze occupazionali, che hanno coinvolto 80 lavoratori, di cui 38 donne. Altre 7 vertenze interessano 31 dipendenti. Insomma, in meno di tre mesi alla lista di chi ha perso il posto di lavoro si aggiungono altre 100 persone. E sono cifre che riguardano solo l’industria. Eppure, sottolineano Enzo Merlini e Giorgio Felici, il piano anticrisi viaggia a rilento. Di questo passo, dicono, le prime risposte arriveranno in autunno. Il sindacato chiede interventi stralcio, per potenziare la cassa integrazione e rivedere l’indennità di disoccupazione. Interventi, precisa la CSU, che si possono fare subito, ma il Governo si limita a fare promesse a mezzo stampa, senza modificare l’iter consiliare.
Sonia Tura
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