L'anagrafe delle imprese dell'Emilia-Romagna chiude in negativo anche il terzo trimestre del 2014: quelle attive, infatti, diminuiscono di 346 unità. Perdite per manifattura (-165), costruzioni (-132) e commercio (-208). In controtendenza solo servizi di alloggio e ristorazione (+112). Più società di capitale (+291), ma nemmeno l'auto impiego sostiene le ditte individuali (-432) e le società di persone (-238). Lo rivelano i dati delle Camere di Commercio. La persistente fase di stagnazione, infatti, frena la spinta a fare impresa. A fine settembre, secondo i dati di Unioncamere, erano 466.000 le imprese registrate in Emilia-Romagna, 283 in più rispetto a fine giugno (+0,1 per cento). La stagionalità è ancora favorevole, ma l'imprenditoria non appare molto vitale, neanche a livello nazionale (+0,2 per cento). Sono diminuite le iscrizioni (5.053) e più ancora le cessazioni (4.792), entrambe ai minimi degli ultimi dieci anni. A fine settembre, le imprese attive sono risultate 415.291, ovvero 346 in meno (-0,1 per cento) rispetto a fine giugno. La dinamica delle imprese attive nel terzo trimestre è sempre stata positiva fino al 2011. La flessione è solo leggermente meno ampia di quella dello scorso anno. Crisi, blocco dell'accesso al credito e disoccupazione sono i fattori che, secondo Unioncamere, determinano una crescente polarizzazione della struttura imprenditoriale tra imprese medio grandi strutturate e piccole imprese con poche possibilità di crescere.
Riproduzione riservata ©