Le riflessioni del segretario confederale Giuliano Tamagnini, del fiscalista Antonio Carattoni, del segretario dell’ordine dei commercialisti Massimo Tamagnini partono da un dato: negli ultimi tre anni il bilancio pubblico ha perso 120 milioni di euro, per effetto della crisi e dello scudo fiscale che ha ridotto depositi bancari, i cui interessi erano la principale voce del bilancio dello Stato. La riforma dunque, necessaria in questo momento di crisi economica, deve concentrarsi sulle tante ricchezze esistenti ma ancora nascoste al fisco, per allargare la base imponibile e superare la evasione fiscale. Benvenga l’obbligo di scontrino e fattura dunque, purché al contempo in ogni negozio la Smac consenta la tracciabilità delle transazioni; perplessità invece sul superamento della progressività dell’imposizione fiscale. Assolutamente necessario, per la buona riuscita di una riforma che non può più subire rallentamenti, assicurare un sistema di controlli con un minimo di verifiche da effettuare nell’arco di un anno.
Sara Bucci
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