Csdl, Tamagnini: “Non si tratta così la magistratura”

Direttivo Csdl a tutto campo sui temi dell'emergenza economica post-Covid, come sugli ultimi provvedimenti del governo dall'assestamento di bilancio al tema della giustizia

Si parte dalla giustizia, con un interrogativo che la Csdl pone e allarga a tutto il Paese: “Come possiamo essere sicuri che i procedimenti giudiziari – per corruzione e azioni di responsabilità per i dissesti bancari, il conto Mazzini – vadano a sentenza senza condizionamenti?” Le decisioni prese nell'ultimo Consiglio Giudiziario Plenario – prosegue - “adottate a maggioranza politica hanno segnato il punto più alto dello scontro e della spaccatura nella Magistratura, alimentati dalla politica” – così si esprime il Direttivo CSDL che proprio alla politica chiede di fare “molti passi indietro”: “La politica – dice il Segretario generale, Giuliano Tamagnini – si sta assumendo delle responsabilità che stanno mettendo in discussione l'autonomia della magistratura. Il terzo potere dello Stato non può essere trattato in questo modo”.

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 Alla crisi economica aggravata dall'emergenza Covid, il Paese sta rispondendo chiedendo partecipazione “un tema che anche da parte di questo Governo è caduto nel dimenticatoio” - dice Tamagnini, invocando la “ripresa del confronto sui grandi temi dello sviluppo”. Rinnovato il “no” al progetto di legge sui Titani - “un palliativo” per la Csdl, che ne chiede il ritiro - mentre torna aspra la critica al metodo per il passaggio dell'assestamento di bilancio, definito “un blitz autoritario”. Torna la critica per la mancanza di confronto: “Un primo incontro, chiesto da noi; nessun coinvolgimento fra la prima e la seconda lettura – torna a dire Tamagnini – e il Governo ha fatto valere la forza dei numeri come tutti i governi che l'hanno preceduto” Annuncia la ripresa dell'iniziativa sindacale, con il coinvolgimento dei lavoratori senza escludere eventuali iniziative di mobilitazione: “Lavoreremo ad una piattaforma relativa a tutti i grandi temi, dal lavoro alle pensioni – anticipa Tamagnini -, su questo documento cercheremo di coinvolgere la politica e il Governo. Se il governo starà al tavolo, bene; se no, non resta che far sentire la nostra voce attraverso meccanismi di mobilitazioni, che potrebbero essere anche quelli non tradizionali, ma in forme originali”. 

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