Csu: contratto dei servizi contiene comunque alcuni elementi positivi
Uno degli aspetti che è stato al centro del confronto è appunto quello degli aumenti economici. È opportuno ricordare che questo rinnovo contrattuale coincide con gli anni più pesanti della crisi economica, che purtroppo, sta ancora continuando. La FULCAS-CSU ritiene che i contratti debbano essere sottoscritti contestualmente alla loro scadenza naturale, prendendo a riferimento il contesto economico del momento, anche se potrebbero sembrare “penalizzanti”. Riconsiderando il periodo trascorso, oggi, purtroppo, dobbiamo prendere atto che l’evoluzione della situazione Paese non ha certamente creato le condizioni per raggiungere obiettivi migliori.
Durante la trattativa contrattuale non abbiamo mai dimenticato di affrontare le diverse problematiche che emergono da questo comparto del mondo del lavoro: quotidianamente vengono richiesti ai lavoratori dei sacrifici che in tempi normali sarebbero inimmaginabili. Tra questi vanno evidenziate le frequenti richieste di rateizzazione degli stipendi, sottoscrizioni di accordi di solidarietà, flessibilità negli orari, ferie forzate o pianificate unilateralmente dall’azienda per compensare cali di lavoro temporanei, ecc... È chiaro che in questo contesto di crescenti difficoltà per i lavoratori - i quali evidenziano difficoltà ad essere pagati rispettando le scadenze contrattuali ed i cui posti di lavoro sono spesso a rischio - è difficile ottenere aumenti economici significativi. Per i lavoratori stessi la conservazione e la garanzia del mantenimento del proprio posto di lavoro è oggi una esigenza prioritaria.
Pur penalizzati dalla situazione economica attuale, il sindacato è riuscito ad ottenere aumenti economici per gli anni 2014-2017, che possano salvaguardare il potere di acquisto degli stipendi e dei salari. Per il 2014 l'aumento è dell'1,35%, a fronte di un'inflazione dello 0,2% - 0,3%; per il 2015 l'incremento previsto è dell'1,15%, rispetto ad un andamento previsto orientato verso la deflazione. Per il 2016 e 2017 gli aumenti sono rispettivamente dello 0,5% e dell'1%.
Quanto è stato previsto per gli anni 2010-2013 (una tantum di 200 euro per il quadriennio) è stato lo specchio impietoso di questa drammatica crisi, che ha avuto come principale effetto la perdita di tantissimi posti di lavoro, in un quadro di scarse disponibilità economiche da parte delle aziende. Va ricordato che, durante la trattativa, le controparti hanno sottolineato ripetutamente come gli aumenti riconosciuti con i rinnovi precedenti abbiano spesso superato il tasso di inflazione IPCA: indubbiamente anche questo aspetto ha pesato, non poco, sulla trattativa. Uno degli aspetti positivi che va sottolineato riguardo al recente rinnovo del contratto dei servizi, è quello relativo all’ampliamento a 35.000 euro/anno del plafond del Fondo Servizi Sociali a sostegno dei lavoratori coinvolti in procedure fallimentari; sarà possibile riconoscere loro una parte degli stipendi non pagati a seguito dei fallimenti delle aziende presso cui erano occupati.
Altro aspetto qualificante del recente rinnovo contrattuale è il riconoscimento del lavoro domenicale, rispetto al quale viene riconosciuta una adeguata maggiorazione. Si è ampliata la lista delle “aree di attività” che possono prevedere “contratti di area”, gettando le basi per un ulteriore sviluppo dell’articolazione contrattuale. Uno degli aspetti che è stato affrontato negli incontri con i lavoratori, è la norma riguardante la cosiddetta “vacanza contrattuale”, ovvero il meccanismo che prevede un aumento temporaneo (da conguagliare al momento del rinnovo del contratto) che alcune aziende avevano riconosciuto ai loro dipendenti in attesa del rinnovo contrattuale.
Questo istituto non è stato applicato da tutte le aziende del settore. Pertanto, in sede di rinnovo, l'unica Associazione di categoria che in tale periodo di vacanza contrattuale aveva rispettato la norme, ha preteso che quanto anticipato dalle aziende ad essa associate fosse recuperato, per avere pari trattamento fra le imprese. Il lungo stallo derivante dalla definizione di questo aspetto, prendeva origine dal precedente rinnovo contrattuale che aveva previsto in quattro anni (2005-2008) aumenti pari al 11,4% a fronte di una inflazione pari all'8%.
I lavoratori occupati presso tali aziende, in molte situazioni, avendo già percepito quale acconto la “vacanza contrattuale”, sono stati chiamati a conguagliare ai datori di lavoro, spalmati in oltre un triennio, la differenza tra quanto percepito a seguito della “vacanza contrattuale” e quanto previsto per la fase transitoria (1° marzo 2010 - 31 dicembre 2013). Riguardo alla situazione contrattuale negli altri settori, ricordiamo che sono scaduti al 31 dicembre anche gli altri contratti - “commercio e commercio turistico” e “settore alberghiero, bar, ristoranti” - riguardo ai quali abbiamo già inoltrato richieste di incontro con le controparti, affinché si possa giungere in tempi brevi alla sottoscrizione dei rispettivi rinnovi contrattuali. Sono ancora in fase di stallo le trattative relative ad altri importanti comparti economici - settore bancario ed edilizia - i cui contratti sono scaduti a fine 2010.