La CSU ha sottoposto all’attenzione dell’ECRI il problema della cosiddetta tassa etnica

Coerenti con la posizione tenuta sin dalla sua introduzione, i sindacati non esitano a definirla un’enorme forma di discriminazione razziale nemmeno di fronte alla delegazione dell’ECRI. “Inaccettabile – ribadisce la CSU - che persone che lavorano fianco a fianco, con le stesse mansioni, abbiano trattamenti economici diversi sulla base della residenza”. Un appello alla ragionevolezza che CSdL e CDLS si augurano venga recepito durante la stesura del rapporto finale dell’organismo europeo, spingendo il Governo a fare marcia indietro sul provvedimento. Tassa etnica, ma non solo. All’ECRI sono stati sottoposti anche il problema dell’interruzione del processo di stabilizzazione dei frontalieri e la questione dei congedi parentali, ossia i tre giorni mensili di permessi retribuiti, fruibili dai soli lavoratori residenti in territorio. Disparità, questa che perdura dal 2003. Tutte norme – rimarca la Centrale Sindacale Unitaria – che vanno, dunque, cancellate poiché negano l’uguaglianza e la pari dignità delle persone. Un ultimo riferimento la CSU lo riserva al tema delle badanti straniere: fenomeno da tenere sotto controllo, verificando le modalità di reclutamento delle assistenti per anziani ed evitare così insidiose forme di racket e caporalato.

Silvia Pelliccioni

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