Csu: “Presto la proclamazione dello sciopero generale”
“La data – fanno sapere dal sindacato - verrà decisa tra qualche giorno, non appena saranno appianati tutti gli elementi organizzativi”. Intanto il movimento sindacale esce più unito e rafforzato da questa fase stringente di confronto: “Più che un sindacato che ha bisogno dell'interprete, come ha ironizzato il consigliere Ssd, Morganti – mandano a dire CSdL e CDLS - è proprio il Governo che ha bisogno di protesi acustiche, dato che si dimostra completamente sordo alle nostre richieste”.
Il dibattito in assemblea parte dalla comune presa di coscienza della visione miope del futuro proposta dal Governo attraverso politiche recessive, per poi spostarsi verso la necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo per San Marino, basato – sottolineano - “su attività industriali e produttive tecnologicamente avanzate”, ma che non possono prescindere da un sistema bancario efficiente, capace di garantire accesso al credito. Serve in quest'ottica – ribadisce la Csu – la massima chiarezza sulla situazione dello stesso sistema bancario, a partire da Carisp fino alla vendita degli Npl Delta, passando per gli esiti dell'Aqr che si attendono da oltre un anno. Sindacati chiaramente confortati dalle dichiarazioni del Segretario Zanotti sull'avvio di azioni di responsabilità per i dissesti, tuttavia l'auspicio è che alle parole seguano i fatti.
Non manca un richiamo alla spending review: sotto la lente ancora la proposta – definita provocatoria - di riduzione dell'orario di lavoro settimanale dei dipendenti pubblici, taglio che – rivelano CSdL e CDLS – comporterebbe 200mila ore di lavoro in meno corrispondenti alla riduzione in un anno di 100 posti di lavoro”.
Sulla riforma delle pensioni poi, categorici nella richiesta “di una gestione attenta e responsabile dei 423 milioni di euro del fondo di riserva di rischio allocato nelle banche sammarinesi”.
Infine la patrimoniale: non pregiudizievolmente contrari alla misura, ma fermamente convinti che occorrano sostanziali correttivi al decreto emanato. Premono dunque per “l'introduzione della progressività dell'aliquota e il cumulo di beni mobili e immobili”, mirato all'accertamento dei redditi “di chi – sostengono - non ha mai dichiarato le proprie reali ricchezze, realizzando così l'obiettivo dell'equità fiscale”.