Csu: "Vogliamo il rinnovo del contratto di lavoro e l’equità fiscale!"
La crisi ha fortemente ridotto il potere d’acquisto delle retribuzioni colpendo le famiglie e i cittadini più deboli. Non è assolutamente l’abbassamento dei diritti e delle condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione, che vive del reddito da lavoro dipendente e da pensione, la strada per uscire dalla crisi e far ripartire tutto il sistema economico.
Ampio e a tutto campo è stato il dibattito a cui hanno dato vita i lavoratori che hanno partecipato al coordinamento dei Consigli di fabbrica. Hanno ribadito l’estrema preoccupazione di tutto il movimento dei lavoratori, consapevoli che per evitare la morte del paese occorre una drastica inversione di rotta della politica affinché provveda a salvare l’economia esistente, a promuovere un nuovo modello di sviluppo, a sanare il contenzioso con l’Italia, ad impostare una politica di equità.
In tal senso, il punto di partenza, oltre ai giusti rinnovi contrattuali, deve essere proprio il varo di una riforma fiscale che ridia ossigeno alle risorse pubbliche attraverso una profonda redristribuzione del prelievo fiscale, tutto sbilanciato sulle spalle dei lavoratori, ulteriormente colpiti dalle misure inique della legge finanziaria, come la supertassa ai frontalieri e l’addizionale IGR, e che assicuri risorse per investire nello sviluppo e nel consolidamento dell’economia reale e produttiva. Raggiungere i necessari accordi con l’Italia è di vitale importanza per tutti i lavoratori e per l’intero sistema economico, altrimenti le difficoltà poste dalla presenza di San Marino nella black list non potrà che accelerare lo sfaldamento del sistema economico sammarinese.
Nell’ambito della mobilitazione generale organizzata dalla CSU sui molteplici temi portati avanti a sostegno dei diritti di tutti i lavoratori e per la salvaguardia del paese, il coordinamento dei consigli di fabbrica verrà esteso alle altre aziende, attraverso un programma definito, con l’obiettivo di far sentire sempre più forte la voce dei lavoratori.