Dati AIF: terminati gli effetti della voluntary disclosure, si contraggono le segnalazioni
Se nel 2016 le segnalazioni di operazioni sospette – ricevute dall'AIF – erano state 167; lo scorso anno il numero si è ridotto a 117. Ma c'è un motivo. Secondo gli esperti dell'Agenzia, il calo - vicino al 30% -, sarebbe da ricondursi al progressivo esaurirsi degli effetti della “voluntary disclosure”, che aveva generato un aumento di segnalazioni negli anni precedenti. In quest'ultima rilevazione – per intenderci – sarebbero solo 12 i “warning” potenzialmente collegabili al provvedimento italiano per il rientro di capitali. La situazione è ora tornata ai livelli del 2013; ben lontani – comunque - dalle quasi 300 segnalazioni registrate nel 2010. Interessante notare come, anche questa volta, a farla da padrona siano i sospetti di riciclaggio o violazioni delle leggi in materia; solo una segnalazione – infatti - è riferibile al sospetto finanziamento del terrorismo. Nella maggior parte dei casi sono state trasmesse all'AIF dai soggetti tenuti per legge al rispetto della normativa antiriciclaggio. A fare la parte del leone - come di consueto - le banche, con 68 segnalazioni. Stabili quelle provenienti da avvocati e commercialisti: 13 lo scorso anno. 7, infine, sono pervenute all'Agenzia da altri soggetti: non appartenenti alle categorie espressamente designate. In totale, le 117 segnalazioni, hanno originato l'apertura di 97 casi; 9 sono stati trasmessi all'Autorità Giudiziaria per le indagini di competenza. I reati presupposti al riciclaggio vanno dall'appropriazione indebita allo sfruttamento della prostituzione. Oltre a ciò l'Agenzia di Informazione Finanziaria – approfondendo le segnalazioni – ha disposto 2 provvedimenti di “blocco fondi” - tramutati poi in sequestri penali -, per un totale di oltre 1 milione e mezzo di euro, e deciso formalmente il monitoraggio di 12 rapporti. Altra funzione rilevante dell'AIF è quella di vigilanza, per verificare fattualmente l'adempimento degli obblighi antiriciclaggio da parte dei soggetti tenuti al loro rispetto. Incrementata allora l'attività di vigilanza ispettiva sul posto, con 42 accessi, 23 dei quali in istituti di credito; irrogate 7 sanzioni pecuniarie amministrative per complessivi 69.000 euro. Spesso si trattava di carenze nell'adeguata verifica della clientela o profilatura del rischio. Aumentata pure la vigilanza a distanza: le relative informazioni si riveleranno preziose anche per la definizione di un modello più affinato del cosiddetto “Risk Based Supervision”, in fase di finalizzazione. Restano solide, poi, le sinergie con Banca Centrale, Forze di Polizia, Interpol e Autorità Giudiziaria. In quest'ultimo caso AIF ha fornito il proprio contributo tecnico in 8 occasioni, nell'ambito di procedimenti penali interni o rogatorie. Buona, infine, la cooperazione con le omologhe Unità di Informazione Finanziarie estere; senza contare il costante sviluppo delle relazioni internazionali. Tutto ciò in un anno caratterizzato da importanti rielaborazioni normative, per il recepimento della cosiddetta IV normativa antiriciclaggio europea. Decisivo, in questo senso, l'apporto dell'Agenzia; così come per lo sviluppo del primo National Risk Assessment della Repubblica: il documento finalizzato ad effettuare una valutazione nazionale del rischio di riciclaggio. Da qui la soddisfazione dei vertici di AIF per il lavoro svolto, “con risultati – si legge in una nota – che si reputano di rilievo”.
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