Debitori verso lo Stato, Csdl: “Quasi tutti la fanno franca”
Per il sindacato "è inaccettabile che aziende arrivino a cifre milionarie di debiti prima che vengano fatte chiudere; è necessario - scrive - portare al più presto dei correttivi"
L'evoluzione dell'anagrafica dei debitori - persone fisiche e società verso i quali lo Stato vanta dei crediti superiori a 50mila euro - “continua a creare nuovi buchi nel bilancio”, sostiene la Csdl in una nota riassuntiva dell'ultima puntata di "CSdL Informa". “Eppure - prosegue il sindacato -, la nostra è una voce isolata. Evidentemente, per la politica rientra tutto nella normalità”. Nel 2022, scrive la Csdl, sono aumentati sia il numero dei debitori che l’importo, con un aumento di 100 unità in quattro anni: nel 2018 i debitori erano 550, ora sono 650. Secondo l'ultimo aggiornamento, l'ammontare complessivo dei debiti verso lo Stato è di 218 milioni, di cui 13 milioni sono nuove anagrafiche. “È vero che ancora scontiamo gli effetti della pandemia e della crisi energetica, ma ormai quella dei debiti verso lo Stato è una realtà strutturale, non una situazione temporanea. Sembra sia diventato normale che chi non paga quanto dovuto allo Stato la faccia franca!”, tuona il sindacato, che prosegue: “Le attività che hanno debiti superiori ad un milione sono 43, per un importo totale di 105 milioni. È inaccettabile il fatto che si arrivi a debiti milionari prima che un'azienda venga fatta chiudere”. E a rimanere "a bocca asciutta" sono i lavoratori e lo Stato, ma anche i fornitori e gli istituti di credito, sottolinea il segretario Merlini che punta il dito anche sulle liquidazioni volontarie ‘fasulle’.
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