“Il dato in sé non è negativo, ma non può essere la base per esprimere valutazioni prospettiche: i mesi a seguire potrebbero essere peggiori”. E’ il primo commento di Pier Paolo Fabbri, presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese che ha ascoltato dalla voce del presidente di Banca Centrale, Biagio Bossone, le prime cifre reali sullo scudo fiscale. Queste dicono che, nel primo mese, la perdita sulla raccolta totale è stata del 3%, pari a 339 milioni di euro. Su questo dato però, bisogna fare subito un importante distinguo, tra rimpatrio fisico e rimpatrio giuridico: quest’ultimo, spiegano da Banca Centrale, consente di lasciare i capitali entro i confini, non più intestati ad una persona fisica ma ad un intermediario, generalmente una fiduciaria italiana, che materialmente li deposita in una banca sammarinese. Il rimpatrio giuridico ha interessato il 22% dei capitali scudati, pari a 74 milioni. 264 milioni di euro invece, sono usciti col rimpatrio vero e proprio. “C’è anche da dire – continua Fabbri – che i clienti intenzionati a scudare vengono in banca dopo essere stati consigliati da commercialisti o professionisti italiani, che non esortano certo ad utilizzare il rimpatrio giuridico. Vengono qui con idee precostituite ed è difficile fargliele cambiare. Ma è uno strumento che tecnicamente offre qualche opportunità in più, noi lo consigliamo”. Il presidente di Abs non crede nemmeno che la legge sul trust, annunciata dal governo, possa stemperare l’uscita di capitali: “Non ci sono i tempi perché possa incidere – conclude Fabbri – lo vedo più come uno strumento in prospettiva per arricchire l’arsenale delle banche”. Intanto arriva la notizia di un blitz dell’Agenzia delle Entrate con centinaia di agenti del fisco sguinzagliati in 76 filiali di banche svizzere e di intermediari svizzeri situati nei pressi di San Marino per verificare il corretto adempimento dell’obbligo di comunicazione all’archivio dei rapporti finanziari.
Francesca Biliotti
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