Disabilità e lavoro: serata pubblica alle 21 a Borgo Maggiore
L’occupazione e l’inserimento nel mondo del lavoro dei diversamente abili a vario titolo è comunque una scelta di civiltà e non deve discriminare le persone più deboli proprio in momenti economici di stagnazione e disoccupazione. La legge sammarinese degli anni novanta raccomanda per la funzione pubblica almeno il 10% di occupati disabili e 1% nel settore privato. A volte disattesa la legislazione specifica ci permette di suddividere il problema disabilità in 3 gruppi d’invalidità: 1) all’origine che prevede un primo accesso al mondo del lavoro; 2) subentrata nel tempo in diverse età; 3) invalidità in base all’accertamento personale raggiungibile per punteggio anche oltre i 50 anni. Per tutte i controlli sono stati inaspriti e i criteri d’assunzione sono ferrei nonostante ciò vale il principio generale, vera novità a San Marino: non conta l' invalidità effettiva ma la capacità lavorativa residua: in soldoni, un’insegnante in carrozzella è capace di produttività professionale al 100%! I numeri della realtà occupazionale esistente sono a nostro calcolo deduttivo questi: 4.800 lavoratori dello stato, 480 circa dovrebbero essere disabili e su 19mila privati altri 190 con diverse minori abilità: 670 in tutto tra il 3 e il 4% della forza lavoro assunta. Le prospettive occupazionali di queste persone, dei soggetti disabili sono paritarie o no? La risposta è ardua in tempo di crisi.
Francesco Zingrillo