Ecofin, San Marino pronta ad eventuali negoziati sulla tassazione dei risparmi dei non residenti
Non ha gradito il veto di Lussemburgo e Austria il presidente di turno dell'Ecofin, il ministro danese all'economia e agli interni, Margrethe Vestager, che aveva puntato sul mandato alla Commissione Europea per riscrivere l'accordo sulla tassazione dei redditi da deposito dei non residenti, sottoscritto nel 2004 da 5 Paesi: Svizzera, San Marino, Monaco, Andorra e Liechtenstein. Anche il Commissario alla fiscalità, il lituano Algirdas Semeta, ha espresso riserve e perplessità, criticando apertamente l'asse austro-lussemburghese. Ora se ne occuperanno i capi di Stato e di Governo, probabilmente nella riunione della prossima settimana, a cui è stato inviato il dossier preparato dall'Ecofin. San Marino, dal canto suo, segue con discreto distacco la questione, pronto a rimettersi al tavolo del negoziato qualora Bruxelles decidesse di riaprire una trattativa. Già nel 2009 i ministri dell'Ecofin avevano comunicato alle autorità del Titano l'intenzione di rivedere i termini dell'intesa e già allora non era stata mossa alcuna obiezione. La tassazione dei redditi da risparmio, contemplata nell'accordo del 2004, è aumentata gradualmente fino al tetto del 35%, mantenendo così un grado di riservatezza sui depositi degli stranieri, prevedendo lo scambio di informazioni in caso di frode fiscale e comportamenti analoghi. Considerato che l'imposta si riferisce agli interessi sui depositi bancari, che oggi raramente superano l'uno per cento, e la mole della raccolta del sistema bancario sammarinese, fermo oggi a meno di 7 miliardi e mezzo, le cifre non sono particolarmente significative. Diverso il discorso per la Svizzera, dal momento che secondo alcune stime, i capitali depositati supererebbero i 3mila e 300 miliardi di euro, dei quali la metà apparterrebbe ad investitori stranieri. Sempre stando alle stime, 180 miliardi di euro sarebbero di risparmiatori tedeschi, 120 miliardi di italiani e circa 70 miliardi di britannici. Facile intuire perché Germania e Gran Bretagna hanno sottoscritto accordi bilaterali con la Svizzera e l'Italia sembra intenzionata a farlo.
Sergio Barducci
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy