ECSO: black list, un piccolo spiraglio che non e' stato comunicato alle imprese!
Trattasi dell'introduzione di una soglia, una sorta di franchigia, entro la quale gli operatori italiani aventi partita Iva non sono più obbligati a comunicare all'Agenzia delle Entrate italiana le proprie operazioni con soggetti economici residenti nei cosiddetti paesi black list tra i quali, appunto, San Marino. Tale soglia è quantificata in 500 euro per singola operazione. Accogliamo ciò con tiepida soddisfazione in quanto se da un lato ci infastidisce l'esser assimilati senza distinzione alcuna a tutti gli altri paesi black list non curanti del fatto che siamo un enclave italiana e non un'isola caraibica e che quindi ci lascia anche il cattivo presagio che nessun trattamento "di favore" sia dietro l'angolo per il Titano, dall'altro non possiamo esimerci dal considerare questa semplificazione voluta dall'Italia come una boccata d'ossigeno per una parte dei soggetti economici sammarinesi.
La norma infatti è stata introdotta, secondo gli esperti, per agevolare i piccoli acquisti tipo cancelleria, software, ecc., la fornitura di servizi quali trasporti, pulizia, ecc. e le ovvie spese di trasferta (pernottamento, ristorazione, ecc.) per chi, per motivi di lavoro, deve transitare in questi paesi. Tutte attività ben presenti a San Marino che potranno così tornare ad avere qualche chance in più di lavorare con soggetti italiani. Importante al riguardo anche sottolineare che, almeno secondo le interpretazioni, la norma fissa nella singola operazione il limite delle 500 euro per cui, in caso di soggetti economici che emettono fattura immediata oppure quindicinale l'oggetto applicativo della materia sarebbe la fattura relativa e non il cumulo mensile come invece alcuni avrebbero erroneamente compreso. Tiepida soddisfazione dicevamo ma anche incredulo stupore. Già perchè almeno per quanto ci risulta e per quanto abbiamo potuto verificare personalmente a quasi un mese dall'entrata in vigore della norma sono ancora molti i soggetti a non esserne a conoscenza.
La domanda quindi sorge spontanea: per quale motivo non si è dato un giusto riscontro alla notizia che, seppur minimamente, può giovare agli operatori economici sammarinesi? Riteniamo che una maggior veicolazione da parte di tutti i soggetti coinvolti (stampa, segreterie di stato, associazioni, ecc.) forse non guasterebbe.