ECSO: bravo Paolo Forcellini de lo Stradone!
Non cala la discussione sui Giochi a San Marino, anzi cresce di giorno in giorno. Con lo scudo fiscale Tremontiano le casse statali si stanno asciugando mettendo in difficoltà l’economia della Repubblica.
Ecco allora l’idea di un Casinò, quel Casinò che negli anni ‘50 Scelba ci fece chiudere. Una casa da gioco che faccia da polo d’attrazione per i turisti della riviera che potrebbero essere spinti a salire sul Titano, fra un bagno e l’altro, per provare l’emozione che può dare un tappeto verde e una pallina che gira.
Un vero e proprio tempio dell’azzardo, vietato rigorosamente ai sammarinesi, aiuterebbe il nascere di tante iniziative come: bretella autostradale o strada di collegamento, potenziamento dell’aeroporto di Torraccia, aeroporto internazionale Rimini-San Marino, bacino imbrifero, campo da golf, alberghi di lusso, potenziamento della stessa Università con tutti gli eventi culturali inerenti. I più favorevoli alla costruzione del casinò sono operatori turistici e imprenditori vari che in un comunicato affermano: “La casa da gioco non costituisce di per sé la soluzione al problema economico, ma parte della soluzione per il settore turistico e commerciale”. La casa da gioco dovrebbe essere di proprietà dello Stato di San Marino!
Intanto l’ECSO (Economia, Crescita, Sviluppo, Opportunità) controbatte con numeri inconfutabili un guadagno per lo Stato di milioni di euro e centinaia di posti di lavoro per i cittadini.
Siamo sicuri che il casinò sia il diavolo?.
Paolo Forcellini - direttore de lo Stradone