ECSO: l'economia è al collasso, ma i politici pensano solo alle tasse
Leggere la bozza della riforma sinceramente ci ha dato l'impressione di essere catapultati nell'Italia del dopoguerra, tanto si sta andando indietro con gli interventi in materia di sviluppo in questo paese.
Cari politici, sviluppo non è una malattia, ma un processo impegnativo attraverso il quale si cerca di attuare manovre atte a riportare in equilibrio e ampliare la crescita economica.
E' veramente incredibile ed inaccettabile che la classe politica sia così miope di fronte alle reali condizioni in cui si trova la nostra Nazione.
La parola d'ordine su cui si deve basare la riforma tributaria è "rilancio economico", non "tasse, tasse e ancora tasse" che stanno portando l'economia al collasso.
Per prima cosa, al rilancio economico, serve un rilancio dei consumi, quale migliore strumento se non la "San Marino Card"?
Gli acquisti effettuati a San Marino con l'utilizzo della "Smac Card" dovranno essere deducibili al 100% nella dichiarazione dei redditi, senza limiti di alcun tipo. Essendo quindi una transazione elettronica ed essendo la "Smac Card" nominale, il flusso degli acquisti dovrà essere indirizzato automaticamente nel profilo dell'utente che li ha effettuati, consentendo così una deduzione automatica in sede di dichiarazione IGR.
In questo modo si crerebbe un sistema virtuoso dove gli operatori economici sarebbero ben lieti di aderire al circuito "Smac Card" e gli utenti, dal canto loro, sarebbero incentivati a pagare con la carta, che come effetto finale creerebbe un aumento per le entrate dello Stato.
La riforma tributaria non dovrà basarsi solo sull'aumento dei consumi, ma dovrà anche agire su una redistribuzione equa del reddito, non aggravando la pressione fiscale di dipendenti e operatori economici ed introducendo strumenti di controllo, facendo propria l'equazione "parità di reddito, parità di aliquota".
Non dimentichiamoci però dell'attrazione di nuove imprese e investimenti esteri, attività fondamentali per la sopravvivenza del nostro paese.
Fabio Andreini