ECSO: turismo come perno per il rilancio!
odierno infatti si fonda su soggiorni brevi legati prevalentemente a scopi di natura commerciale con una durata media degli stazionamenti inferiore al giorno per persona e la percentuale di occupazione delle camere alberghiere che è scesa ormai sotto il 50%. Occorre invertire questa tendenza e per farlo serve valorizzare
il patrimonio turistico nazionale, promuoverlo ed incentivarlo specialmente oltre confine ma anche e soprattutto sostenerlo con idee ed infrastrutture all'avanguardia che possano creare attrattiva.
Alla luce di quanto sopra servono quindi 2 linee di intervento distinte: una di carattere pubblico ed una invece privata. La promozione della cultura e del territorio sammarinese è
infatti compito delle istituzioni ed in particolare della Segreteria al
Turismo. L'operato dell'attuale segretario Berardi, specie negli ultimi
tempi, è stato lodevole ma non bisogna fermarsi. Serve uno staff tecnico, da affiancare agli attuali tecnici presenti in Segreteria, formato da professionisti del settore ed esperti in comunicazione, che si adoperi per veicolare l'immagine del Paese incrementando le relazioni con i corrispondenti organi turistici stranieri, partecipando alle fiere internazionali, potenziando i database ai quali si rivolgono gli operatori turistici ma anche la semplice visibilità sugli strumenti alla portata di tutti come il web. Occorre poi risaltare gli importanti traguardi raggiunti come la nomina a "Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO ed aumentare l'offerta di eventi di richiamo come mostre, rassegne, sagre, mercatini, ecc.
La creazione di nuove idee ed infrastrutture turistiche invece
spetta al mondo imprenditoriale privato ed in particolare agli operatori del settore come l'USOT. Da una rapida analisi delle statistiche turistiche italiane apprendiamo come vi sia una tipologia di turismo che si muove in controtendenza rispetto alla crisi con una crescita negli ultimi 5 anni che ha superato il 20% in termini di fatturato, clientela e numero di aziende dedicate. Si tratta del
cosiddetto "turismo del benessere" il cui successo è da considerarsi come la logica conseguenza di una qualità della vita sempre più stressante per la popolazione.
Il volume d'affari del settore in Italia è enorme (20 miliardi di fatturato annui, oltre 30.000 imprese coinvolte e 70.000 addetti impiegati) sebbene la sua suddivisione sia alquanto frastagliata in molteplici attività di varia tipologia che spaziano dai centri termali ai centri benessere, dalle palestre agli agriturismi.
Se San Marino volesse investire sul comparto turistico cercando
di creare nuova attrattiva è lecito ritenere il "benessere" come un'onda da cavalcare ed in particolare i centri termali, strutture che meglio identificano questo mondo con un parco clienti di oltre 15 milioni di persone sul territorio italiano, quasi 400 impianti ed un fatturato di 1 miliardo di euro con 16.000 addetti impiegati. Allargando i dati all'indotto ed includendo cioè gli impianti ricettivi (dal momento che molti centri termali fanno poi riferimento ad hotel e
ristoranti esterni) il numero di imprese sale a circa 1.600, il fatturato ad oltre 4 miliardi e gli addetti a 60.000 persone. La forza di queste attività sta nel fatto di essersi sapute evolvere passando dal concetto di "centri di cura integrativa" a quello di "centri turistici del benessere", avendo integrato alla prestazioni sanitarie un'ampia offerta di servizi dedicati al relax, alla forma fisica, alla ristorazione e più in generale alla qualità ricettiva delle strutture. La possibilità di implementare una simile attività a San Marino pertanto non dovrebbe essere trascurata anche perchè il circondario ne consentirebbe un facile inserimento, le terme di Rimini e Riccione infatti sono impianti prevalentemente a scopo terapeutico mentre l'eventuale progetto da sviluppare in Repubblica dovrebbe prevedere una soluzione più "turistica" con una forte attenzione per i servizi benessere. La struttura poi potrebbe essere valorizzata ulteriormente con l'implementazione di un piccolo parco acquatico coperto sulla falsariga degli svizzeri Aquaparc o Alpamare.
L'idea di un parco tematico d'altronde è già? stata presa in
considerazione anche perché il relativo mercato vale, nella sola Riviera Romagnola, 100 milioni di euro e 4 milioni di visitatori annui, ma è altresì vero che un simile complesso, oltre a richiedere capitali e spazi enormi, non avrebbe probabilmente successo sul Titano proprio perché inserito nell'area geografica della penisola con la più alta densità territoriale. L'implementazione di una piccola area appositamente dedicata all'entertainment acquatico connessa ad un centro termale potrebbe invece fungere da ulteriore richiamo turistico specialmente durante la stagione invernale attirando numerosi clienti anche giornalieri (come accade appunto per le strutture svizzere che si riempiono di turisti lombardi).