Entro il 2012 l’Italia dovrà innalzare a 65 anni l’età pensionabile delle donne impiegate nella PA
La richiesta della Commissione Europea di innalzare l’età pensionabile e che sembra non avere margine di trattativa, sta dividendo il mondo politico, imprenditoriale e sociale italiano. I sindacati sono contrari, gli industriali salutano con favore la richiesta e la ritengono percorribile, i politici sembrano quasi spiazzati dalla posizione rigida dell’Unione Europea. Unico punto fermo è la posizione di Bruxelles. L’alternativa sono le procedure d’infrazione e multe fino a 714 mila euro al giorno. In ogni caso la questione, per come la vede la Commissione Europea non è di natura economica ma rimanda alla parità di trattamento ed è limitata solo al settore pubblico. Se applicato l’innalzamento dell’età pensionabile, dal 2012, interesserà 32 mila 368 dipendenti, che lavoreranno fino a tre anni in più. Lo dice l’Inpdap, l’istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, mentre per il Ministro Tremonti il risparmio sarà estremamente basso. Ma dalla discussione e dalle imposizioni europee resta fuori, per ora, l’intero comparto privato. In questo settore si discute di come e in quanto tempo si potrà raggiungere la parità di impiego tra uomo e donna, ma l’età pensionabile si calcola in base alla somma tra età e contribuzione che comunque non deve essere inferiore a 35 anni.
Myriam Simoncini
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