Dal 1 marzo del 2002, quando l’euro diventava la moneta ufficiale ad oggi, i prezzi al consumo sono cresciuti, in media del 6,9%, mentre per alcune categorie di beni e servizi la spinta verso l'alto è stata fino a cinque volte più forte. Lo dicono le statistiche dell’Istat che, in certi settori, hanno registrato aumenti del tutto ingiustificati. Ad esempio i costi degli sportelli bancari cresciuti, verso l’alto del 32%. L'ingresso dell’euro, sottolinea l’Istat, ha fatto la felicità di alcune categorie italiane come ristoranti e pizzeria che hanno fatto salire i costi di oltre il 15% in 4 anni. Si posizionano intorno al tasso di inflazione i generi alimentari ma con alcune, salate, eccezioni, come l'olio d'oliva, rincarato del 20%, il vino ( più 10,9%), la fettina di manzo, il pane e le uova, con un più 9 %. Cali significativi invece per telefoni, cellulari e personal computer i cui prezzi sono scesi di oltre il 40%. A far saltare i conti delle famiglie e di molte attività commerciali è senza dubbio la corsa della benzina (oggi a 1,27 euro a litro contro 1 euro tondo del febbraio 2002) e del gasolio che ha sfiorando il 27%. Risultato: pesanti i rincari nei trasporti con costi triplicati rispetto all'inflazione per i voli e doppi per i caselli autostradali. L’ultima brutta notizia è di queste ore. La decisione della Banca Centrale Europea di portare al 2,5% il costo del denaro nella zona euro si farà sentire soprattutto sul costo del credito al consumo, sulle carte di credito revolving, sui prestiti alle imprese, su tutto quello che ha per slogan “compri oggi e paghi domani”.
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