Firma accordo con l’Italia, per Anis e Osla punto di partenza. E invocano uscita dalla black list
Gli industriali chiedono alla politica meno chiacchiere e maggiore concretezza. Commentano positivamente la svolta che ha portato a fissare una data certa per la firma dell'accordo con l'Italia, e rivelano che questo consente di tirare un sospiro di sollievo. “Siamo però consapevoli – dichiara il Segretario dell'Anis, Carlo Giorgi - che questo sia assolutamente un punto di partenza, ci sono tante cose da fare, sia nel contesto delle relazioni bilaterali e sia all'interno del nostro territorio, e quelle competono solo a noi. Il lavoro da fare è enorme – aggiunge Giorgi - e tutta la politica deve rimboccarsi le maniche”. Anche l'Osla è della stessa opinione: plaude al risultato, che considera un buon segno di disgelo, ma mette in guardia sulle cose che restano da fare. “La situazione delle aziende – afferma il Presidente, Mirco Dolcini – non migliorerà dopo la firma del 13 giugno, non ci saranno benefici immediati. Servono ancora alcune misure non solo di carattere normativo; strumenti – prosegue Dolcini – che consentano di raggiungere i risultati che necessitano al sistema”. Per il presidente dell'Osla si deve al più presto uscire dalla black list e questo è il momento giusto per insistere sulla strada intrapresa: “il ferro - conclude - deve essere battuto finché è caldo”.
Sergio Barducci
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