La parola d’ordine è stata cooperazione. E suona diversa e strana se pronunciata dai vertici della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Una frase è risuonata su tutte. “Non ci vuole più un capitalismo da casinò ma una economia solida e reale”. E reali sono i numeri della crisi: 90 milioni di poveri, 59 milioni di disoccupati, che continueranno ad aumentare fino al 2010. Quelli che erano già poveri sono diventati più poveri e si stima che 50mila bambini non supereranno il primo anno di vita. La crisi economica si è rovesciata come una furia sui paesi in via di sviluppo, proprio quelli che non avevano alcuna responsabilità. Non c’è più spazio per fare politiche finanziarie nazionali ma globali, si apre nuova fase di ordine mondiale. Lo chiede il direttore generale del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn. Obiettivo: riequilibrare la crescita ed evitare che siano le grandi potenze, con i loro consumi, a far ripartire l’economia. San Marino cosa può fare? L’invito rivolto a tutti i Paesi, piccoli e grandi, è quello di avere un peso, non come numeri ma come idee e progetti. Perché oggi la paura si è trasformata in speranza, ha detto Strauss-Kahn. E alla speranza bisogna dare una strada da percorrere.
Sonia Tura
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