Dai 6 ai 9 milioni di euro. A tanto ammonta, complessivamente, l’importo che i frontalieri occupati a San Marino verseranno al fisco italiano. Il 20 giugno è infatti scaduto il termine per presentare la dichiarazione dei redditi in Italia, che da quest’anno, deve prevedere anche quanto percepito sul Titano. C’è invece ancora un mese di tempo, con una percentuale minima di imposta, per versare effettivamente questi soldi nelle casse dell’erario. La media che ciascuno dei circa 6mila frontalieri è chiamato a pagare, va dai 1.000 ai 1.500 euro. Ma come sempre, ogni caso fa storia a sé. Ci sono infatti molte variabili e forti detrazioni, quando il lavoratore ha moglie e figli a carico e vive in un appartamento in affitto. I più colpiti, dunque, sono i redditi medio alti. Il sindacato italiano e quello sammarinese hanno messo a disposizione un centro di assistenza fiscale, che in queste settimane è stato tempestato di telefonate con i quesiti più disparati. Anche perché nei circa 6mila frontalieri che lavorano a San Marino non sono conteggiati i collaboratori e i consulenti e dunque la cifra di chi opera sul Titano è presumibilmente molto più alta e rappresenta una sorta di mercato parallelo che viene stimato in oltre 2mila persone. Queste figure professionali, spiega il sindacato, dovrebbero essere in gran parte dei professionisti che della consulenza prestata all’estero devono dare conto, da sempre, al fisco italiano.
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